Assemblea anno 2000
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- Pubblicato Martedì, 10 Dicembre 2013 06:00
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Relazione del Direttivo
Fratelli e sorelle scout,
Cari soci,
con la presente relazione il Consiglio Direttivo Provvisorio, in carica dalla costituzione dell'associazione il 10 giugno scorso, si presenta alla prima Assemblea dei Soci dell'Associazione di volontariato "Centro Studi Mario Mazza".
Ritengo peraltro opportuno che la mia relazione spazi per l'intero mio mandato quale Presidente del Centro (ricordo che sono stato nominato il 5 giugno 1994), cosi da non disperdere l'esperienza fatta in questi anni.
Durante il mio mandato si e cercato anzitutto di far vivere regolarmente gli organi del Centro. Ci si e riusciti con grandi sforzi per ciò che concerne il Consiglio Direttivo, che si e riunito regolarmente con la frequenza minima statutaria di tre volte all'anno prima dei diciotto mesi precedenti la costituzione dell'associazione, in cui il lungo - troppo lungo - dialogo tra le associazioni sulla proposta di statuto avanzata dal Consiglio ha impedito di tenere riunioni. Fino ad allora il Consiglio ha regolarmente approvato i bilanci del Centro, organizzato le presenze del Centro alle manifestazioni esterne, cercato di animare la vita del Centro, avviato un certo coordinamento tra i vari Centri Studi scout italiani. Per tutto ciò il ringraziamento va alle persone che via via sono state presenti nel Consiglio Direttivo. Vorrei in particolare ringraziare Marcello De Barbieri al quale si deve se un certo ordine e stato mantenuto nelle magre finanze del Centro.
Un compito essenziale portato a termine dal Consiglio Direttivo e stata la revisione di tutti i testi statutari e regolamentari del Centro. Oltre alla revisione dello Statuto - oggi superato dallo Statuto della nostra Associazione; alla cui redazione peraltro il Consiglio Direttivo ha contribuito in modo determinante - sono stati rivisti, integrati e coordinati il Regolamento generate del Centro e il Regolamento della Biblioteca, e redatto di sana pianta il Regolamento dell'Archivio. Questi tre testi regolamentari sono pienamente utilizzabili dalla nostra Associazione per la gestione del Centro.
Non si e potuto comporre, e meno che mai convocare, un Comitato Scientifico, per il quale, semplicemente, sono mancati i mezzi finanziari.
Eppure, la necessita per il Centro di riunire un gruppo di esperti e di specialisti per ottenerne un orientamento preciso su tutta una serie di problemi si imponeva e tuttora si impone. La gestione moderna di un archivio e di una biblioteca non e solo questione di buona volontà e di spirito di servizio, ma anche di competenza: e la competenza non si inventa.
Per fare qualche esempio, e necessario:
- un riordino di sana pianta dell'archivio di Mario Mazza, ricostituendo il nucleo originario del fondo Mazza che va depurato dalle aggiunte di altri fondi (es. il fondo Pasteris) o da carte miscellanee illogicamente inserite a pettine;
- una modernizzazione dell'archiviazione e della catalogazione tramite l'uso di computer e di programmi appositi (il Centro possiede un solo computer ormai obsoleto e comunque non utilizzato ai predetti fini);
- la redazione di una guida-inventario dettagliata del Centro (esiste solo uno scheletrico e ormai superaro indice dei fondi archivistici esistenti).
- la predisposizione di un sito Internet, che possa non solo informare sul Centro, ma anche costituire un sussidio per gli studiosi.
Si e accennato all'azione di coordinamento degli altri Centri studi scout italiani. In effetti, a seguito di un riuscito Convegno tra tutti i Centri studi, tenuto a Genova il 14 dicembre 1996 con la partecipazione di 9 centri e realtà scout diverse, fu avviato un lavoro su tre piani diversi:
- per le riviste scout, si procedette, ad opera di Mauro Furia e Giancarlo Gonizzi del Centro "Carlo Colombo" di Langhirano, a un censimento organico delle testate scout possedute da ciascun centro o realtà: ne e uscito un "Catalogo Unico dei Periodici Scout Italiani", poi pubblicato dall'AGESCI;
- per i libri, lo stesso Centro Mazza convoco un gruppo di lavoro sulle biblioteche, che produsse sia una scheda bibliografica unificata (utilizzabile per uno schedario elettronico), sia un titolario decimale unificato per biblioteche, sia infine un regolamento modello sempre per biblioteche (che e poi quello adottato dalla nostra biblioteca);
- per gli archivi fu posto allo studio un sistema di classificazione unificato per i vari archivi scout; ma il lavoro non fu portato a termine.
In questi tre settori il lavoro meriterebbe di esser ripreso, attualizzato e approfondito.
Ulteriore lavoro effettuato dal Centro in questi anni e stato il rinnovo e l'attualizzazione degli accordi coll'AGESCI e col MASCI per la gestione dei fondi archivistici rispettivamente di proprietà delle due associazioni. Per volontà delle associazioni gli accordi in vigore col "vecchio" Centro non sono stati trasferiti al Centro-associazione. Ritengo peraltro che vi sia qualche norma che converrebbe mantenere, per la consultazione e conservazione di tali fondi archivistici, ed eventualmente per il versamento periodica di nuovi fondi. Su questo vedrà il da farsi il nuovo Consiglio Direttivo.
Tutte queste attività sono state sovrastate dal problema finanziario del Centro. Vorrei darvi le cifre di questo problema. Il Centro - prendendo per base le riunioni statutarie dei suoi organi (inclusa una riunione del Comitato Scientifico ogni due anni) e i rimborsi regolamentari (mai interamente effettuati: molti membri del Consiglio Direttivo partecipano da anni pagandosi il viaggio di tasca propria) - abbisogna per il suo funzionamento ordinario (escludendo ogni manifestazione straordinaria) di poter confare su un bilancio di circa 50 milioni. Ora i contributi delle associazioni (MASCI e AGESCI centrali, AGESCI e CNGEI regionali) non hanno mai superato i 30 milioni annui, cui si sono aggiunti, a seconda degli anni, 3 o 4 milioni raccolti da altri enti e 2-3 milioni di iniziative di autofinanziamento. Ciascun anno ci sono mancati in media, per funzionare bene, tra i 10 e i 15 milioni.
Se il Centro e riuscito a tirare avanti, lo ha fatto pagando prezzi precisi, e inaccettabili per il futuro. E' inaccettabile che i rimborsi regolamentari (p.es. i viaggi dei membri non genovesi del Consiglio Direttivo) non vengano effettuati; e inaccettabile, come si e detto, che il Centro non possieda un Comitato scientifico (ma ogni riunione può costare 4/5 milioni a seconda del luogo di residenza dei componenti); e inaccettabile che vengano raccolti abbonamenti per un bollettino che poi non viene inviato; e inaccettabile che il Centro non rinnovi gli abbonamenti alle riviste scout o cessi di tener aggiornata la biblioteca per mancanza di mezzi, creando cosi lacune nella documentazione che poi sarà difficilissimo colmare.
Senza contare i possibili programmi di sviluppo che una più solida base finanziaria consentirebbe. Basti pensare:
- all'accennata meccanizzazione dell’archivio (computer, stampanti, fotocopiatrici);
- alla necessita ormai inderogabile di acquisire nuovi locali (disponibili, ma con aumento del canone di affitto), anche per separare le sale di lavoro e quelle di studio;
- alla possibilità di sviluppare e rendere permanente l'azione di coordinamento dei centri studi scout;
- alla desiderabilità - quasi un obbligo, per un Centro di un certo livello - di pubblicare un Bollettino del Centro.
Il problema finanziario, non lo nascondiamo, e stato il principale punto di partenza per l'esigenza di una ristrutturazione del Centro. Il principale, non l'unico. L'associazione avrà anche per risultato di far meglio conoscere il Centro in tutta Italia: di suscitare - specie se il Centro arriverà a produrre un proprio Bollettino - nuovo interesse per le ricerche storiche sullo scautismo in Italia; di produrre, ci auguriamo, un Centro più vitale, grazie alla necessita per il Consiglio Direttivo di rispondere ad un'Assemblea, nonché al più stretto legame con le associazioni. Il Centro-associazione ci consentirò di fare del Centro un fatto non più solo genovese, com'e ancora oggi, ma nazionale.
Ma certo col Centro-associazione si pone in modo diverso il problema finanziario, che come ho detto e stata la nostra spina nel fianco fin dall'inizio.
Intanto, per l’apporto dei soci. Le associazioni scout sono delle grandi seminatrici di ideali nell'animo delle persone e, al tempo stesso, delle grandi "mangiatrici di uomini", come Shere Khan di venerata memoria. Moltissime persone già attive nelle associazioni e poi allontanatesi per motivi professionali o familiari lo scautismo lo hanno portato, lo portano ancora, nel cuore. Ma non sanno in pratica come aiutare lo scautismo.
Nelle associazioni e tutto o niente, non ci sono oggi più forme "libere" di aiuto come gli amici degli scouts o gli istruttori di specialità. Non tutti gli adulti intendono aderire al MASCI (che invece attrae verso uno scautismo per adulti molte persone che scouts non sono state affatto). Centinaia, forse migliaia di adulti scout dispersi "allo stato gassoso" per tutta l’Italia sono certamente disponibili ad una proposta come quella della nostra associazione. Basta andarli a cercare. Disponibili a restituire qualcosa allo scautismo, cui sentono di dovere tanto: e, in particolare, disponibili a mantenere la memoria storica dello scautismo quale servizio alle associazioni giovanili.
Attualmente i soci sono circa 150. Di proposito, su invito delle stesse associazioni scout, abbiamo cessato, ad un certo punto, la ricerca attiva di nuovi soci, per poter gestire con più calma e raccoglimento questa prima Assemblea. Ritengo che un rilancio della ricerca di soci sia un compito importante ed urgente del nuovo Consiglio Direttivo, e che tale sforzo possa produrre, con facilita, una cifra globale sui 500 soci, forse di più.
Vorrei ricordarvi che 500 soci che versano ciascuno 30.000 lire all'anno danno quei 15 milioni che costituiscono la differenza di bilancio tra un Centro che vivacchia e un Centro che funziona.
Evidentemente il mantenimento dei 150 soci attuali e la ricerca di nuovi soci presuppongono un minimo di strutture. Presuppongono, cioè, 1'impianto di una Segreteria Soci del Centro, coi fondi, le attrezzature e il personale necessario. Tutte cose attualmente inesistenti, di cui dovrà occuparsi il nuovo Consiglio Direttivo del Centro.
In secondo luogo la nostra qualità di associazione di volontariato ci da la possibilità di essere iscritti nel relativo albo regionale e, pertanto, di accedere ai contributi regionali. Vorrei qui osservare che non e per un caso che ho difeso la natura dell'associazione che andavamo a creare come associazione democratica di volontariato, in rapporto a idee più fumose che avrebbero voluto farne un "'associazione di associazioni", come tale non qualificata all'iscrizione nell'albo.
I contributi regionali non sono naturalmente automatici: essi richiedono la preparazione, e quindi l'effettuazione, di determinati progetti. Ma l'esperienza dell'AGESCI regionale insegna che, su tali basi, è possibile ad un'associazione di volontariato seria e bene organizzata di ottenere contributi anche di decine di milioni. Occorre quindi provvedere immediatamente all'iscrizione del Centro nell'albo regionale e, quindi, provvedere alla redazione dei progetti e a presentare le relative domande di contributo. E' un altro compito urgente del futuro Consiglio Direttivo del Centro che andiamo ad eleggere.
In passato sono state avanzate proposte affascinanti di evoluzione del Centro Mazza in un centro di elaborazione di idee, di studio del rapporto scautismo-società e scautismo-scuola, di studio delle tendenze attuali del mondo giovanile e delle risposte che ad esse devono dare le associazioni scout; e, quindi, di studio e valutazione dell'attualità del metodo scout e di proposta di eventuali adattamenti. Il Centro, è stato detto, dovrebbe divenire la NOMISMA o il CENSIS dello scautismo in Italia.
Confesso di esser stato anch'io per un momento affascinato da queste idee. Il mio servizio presso il Centro mi ha, però, portato a farmi un concetto più sobrio delle sue possibili funzioni.
Credo che sarebbe sufficiente che il Centro gestisse davvero, con puntualità, ordine e modernità di concezioni e di strumenti, il principale archivio e biblioteca dello scautismo in Italia; che davvero continuasse a completarlo, con acquisizioni in dono, in affidamento o in fotocopia dei fondi mancanti. Che insomma fosse davvero la grande memoria storica dello scautismo nel nostro paese.
Ora, con il nuovo Statuto e il legame strettissimo che esso instaura con le Associazioni, saranno queste ultime a determinare, in ultima analisi, quale funzione il Centro debba avere in futuro, anche e soprattutto in relazione agli altri centri od organismi analoghi specie se inseriti nelle loro strutture.
E' chiaro, per esempio, che se il Centro deve essere la grande memoria storica dello scautismo italiano, le associazioni dovrebbero versarvi i propri archivi storici, e quindi elaborare modalità di versamento periodico degli archivi correnti, fatte salve, beninteso, le proprie esigenze operative. Altrimenti l'archivio del Centro rimarrebbe incompleto e, soprattutto, bloccato, per l'essenziale, a una fase storica che si allontana nel tempo e diverrebbe così rapidamente irrilevante.
Avviandomi verso la conclusione, permettetemi qualche nota personale. Nominandomi Presidente del Centro il 5 giugno 1994, il Consiglio Nazionale del MASCI ha scelto il primo Presidente non residente a Genova dalla fondazione del Centro nel 1962. Era una scommessa: non sono sicuro che essa sia stata vinta. Vorrei dire qui brevemente qual è la mia conclusione. Il Presidente può non essere residente a Genova solo se può contare a Genova su un Direttore che in effetti diriga il Centro. Questo si è avuto, durante il mio periodo, solo occasionalmente. Chiaramente, con un Direttore attivo e dinamico, la figura del Presidente rischia di divenire sostanzialmente rappresentativa. Non è detto che questo sia un male, se la rappresentanza viene fatta, e fatta bene. L'essenziale mi pare che sia che tra le due figure vi sia armonia e che la divisione dei compiti che ne risulta sia accettata da entrambi.
Ora, ritengo che sia il momento di passare la mano. Per questo non trovate il mio nome tra i candidati al Consiglio Direttivo. Questo è anche necessario, per me, giacché a partire dal prossimo anno il mio lavoro mi porterà fuori d'Italia, presumibilmente lontano. Ma sarebbe stato necessario comunque, giacché ho già ecceduto il termine del "doppio triennio" che, nelle Associazioni che si rispettano, è il normale limite delle cariche. C'è un fatto positivo di principio nel cambiamento.
E' chiaro che, anche non essendo più Presidente, rimarrò affettuosamente vicino al Centro, e quindi ai fratelli e sorelle che accetteranno l'incarico di Presidente, di Direttore e di Consiglieri del Centro. Chi mi conosce sa qual è il mio stato d'animo nello snocciolare, come ho fatto, una serie di compiti del nuovo Consiglio Direttivo del Centro, e nel non potere poi rimboccarmi le maniche per aiutarlo a svolgerli. E fin d'ora, se mi vorrete, dichiaro la mia disponibilità per incarichi come Presidente dell'Assemblea, Proboviro o membro del Comitato Scientifico.
A questo punto, vorrei ripetere la mia convinzione che, se il Centro non esistesse, se non fosse stato creato 38 anni fa sulla base dell'archivio di quella grande figura di Capo che fu Mario Mazza, se non fosse stato mantenuto amorevolmente dal MASCI genovese e in particolare dagli adulti della Comunità di Genova Centro , oggi dovremmo inventarlo. Il senso della storia - della propria storia personale, della storia della propria associazione, della storia del Movimento nel suo insieme - è sempre importante, per ogni persona ed in ogni epoca. Ma ritengo che sia specialmente importante oggi, per la tendenza della nostra società odierna, e in particolare del mondo dei giovani, a vivere in un universo unidimensionale, senza radici né tradizioni, che si esaurisce e quasi si brucia nell'attimo presente.
Avere il senso della storia è tutt'altra cosa dall'essere conservatori. E' sapere dove andare anche nel cambiamento e nel rinnovamento. E' mia profonda convinzione che solo chi sa da dove viene può sapere dove va. E da dove viene, per l'AGESCI, per il MASCI, ed anche un po' per il CNGEI, è scritto nelle carte e nei libri del Centro studi Mario Mazza.
C'è una frase tanto bella che il Papa Paolo VI applicava alla tradizione nella vita della Chiesa, e che a me piace applicare, a conclusione di questa mia relazione, alla storia dello scautismo: "la tradizione - diceva Paolo VI - è come una luce alle nostre spalle, che illumina dinanzi a noi la strada da percorrere".
Il Presidente
Mario Sica